L'intervista di Eco TV

Per la rubrica ''non solo mtv'' - l'intervista di Luisa Calimera

Tutto ebbe inizio nella Biblioteca Civica di Verbania, tra una chiacchierata e l’altra, tra coincidenze e fausti incontri, nascono i Mauve; uno dei gruppi più interessanti della scena rock indipendente. Nell'estate del 2006 registrano presso il Sub Mix Pro Studio di Torino, “Sweet Noise on the Sofa”, nel quale rivelano tutte le loro potenzialità. L’anno successivo l'EP viene inserito nel catalogo della Canebagnato Records di Milano. Il disco ricevere fin da subito ottimi riscontri da parte della stampa e, nel marzo del 2007, “Mauve Paranoid” viene inserito nella compilation organizzata dalla webzine U-Turn, con il meglio delle uscite indie dell'ultimo periodo. Da quest’anno fino al 2010 la loro attività live sarà molto ricca e piena di novità. Dalla registrazione del loro primo album “Kitchen Love”, alle esibizioni su palchi come Hiroshima Mon Amour, il Barrio di Torino, La Casa 139, all’entrata di una nuovo membro. Tra il 2008 ed il 2009 prosegue la loro attività live con l’apertura di serate delle band Jersey, Lento, Altro e Fou. Nell’aprile 2009 i brani “Electronic Scales” e “Butter” di Kitchen Love, vengono remixati da Rob Glover, Daniele Carretti, Fabio Arnosti, Giuseppe Cordaro per l'EP Blender. Poi il brano acustico inedito “Song for...”, viene inserito nella nuova compilation dell'etichetta Canebagnato Records – Even Dogs Like to dance.
Il 2010 iniziano a dare vita al loro ultimo lavoro “The Night All The Crickets Died” con l’etichetta FaceLikeaFrog Records. Un album atmosferico, più cupo rispetto al precedente, probabilmente per via dell'inserimento di nuove sonorità, ma veramente meritevole. Il disco si apre con l’immagine di una nave verso l’orizzonte, come per portarci all’interno del sound dei Mauve, per poi tornare, alla fine del disco, all’origine della sua tratta.
Ma adesso parliamo direttamente con i Mauve di questo nuovo viaggio…..



Chi sono i Mauve e come si sono conosciuti? 
Elda : Io e Carlo proveniamo da un gruppo noise dissolto nel 2004. Ci siamo evitati fino al maggio 2005, quando ci siamo incontrati alla Biblioteca Civica di Verbania: una chiacchierata di due ore che si è conclusa con la frase "hai da fare sabato pomeriggio?". Abbiamo giocato e sperimentato per tutta l'estate, batteria-chitarra-una voce allietando il vicinato e gettando le basi dei Mauve. Tra i vicini di casa con le finestre aperte per via del caldo estivo c'era Alberto, alle prese con gli esami di maturità: sembra strano, ma lo abbiamo conosciuto sempre in biblioteca, e nel marzo 2006 era dei nostri. Prima due, poi tre, poi quattro. Ci siamo moltiplicati e riprodotti, aggiungendo un elemento all'anno: nel 2008 in occasione dell'uscita del primo album Kitchen Love, abbiamo acchiappato al volo Matteo Frova - i bassisti sono merce rara, ed il corteggiamento è stato tormentato.

In questo album si percepisce fin da subito una vostra evoluzione verso sonorità più classiche. Volete dirci qualcosa di più su questo cambiamento. 
Elda: Sonorità classiche non per noi, lo stile mauve-classico forse lo si trova nell' l'EP Sweet Noise on the Sofa e nel primo album Kitchen Love. Forse (parlo per me) c'è stata un'indigestione di sonorità post rock. Dopo l'indigestione scatta la nausea, o semplicemente la voglia di cimentarsi con un sapore diverso. Si sono aggiunte anche le vicende personali a dare una spinta verso qualcosa di più cattivo. E' pur sempre una ricerca, un mettersi alla prova e cambiare un pò look: nessun taglio drastico in realtà. Ti anticipo che stiamo cambiando ancora..no nessuna svolta speed metal, ci manca il fisico.
Alberto: Esatto, si sentono molti cambiamenti rispetto al passato, ma è stata un'evoluzione per noi: non cercata, ma naturale, e questo è anche il bello del suonare insieme.
Carlo: Personalmente nutro sempre una grande ammirazione per le forme classiche.. non credo sia facile riproporle con credibilità e giusto equilibrio tra innovazione e tradizione ma rappresenta sempre una bella sfida.


Il brano “The solitude of the ship” apre e chiude il vostro album come una cornice, com’è nata questa idea?
 A: Inizialmente era un brano unico, leggermente più lungo e con ancora più digressioni. Poi un giorno abbiamo deciso di tagliarlo e separarlo in due parti, e da lì la naturale idea di farne l'apertura e la chiusura del disco. Dalla cornice poi siamo passati alla tela, e il risultato c’è piaciuto!
C: Mi piace considerare il disco un po' un concept anche se non lo è, almeno non del tutto. Questo brano che apre e chiude rende bene il senso di un'esperienza compiuta, di un viaggio e del ritorno.
Frova: Mi piace il tuo definirlo "una cornice". In effetti per me si tratta una cornice ricorsiva, che applicata ad un disco, quadra il cerchio. E' un pò come un pensiero ossessivo la cui persistenza fa sentire a casa. E ti tiene in quadro.


Dopo 6 anni che suonate insieme, avete creato un metodo prestabilito per comporre i vostri brani? Ad esempio, partite da un arrangiamento, dal testo o da nessuno dei due?
 A: Non abbiamo mai avuto un metodo prestabilito, e credo mai l'avremo, se non quello di imporovvisare tutti insieme. Ci sono stati certamente dei riff già preparati - minimamente - e poi riproposti alle prove, ma i brani sono sempre stati arrangiati da tutti e quattro.
E: Si parte anche dai momenti in cui qualcuno di noi accorda lo strumento, anche dal momento in cui tutti sono già piazzati e qualcuno arriva alle prove in ritardo e cerca di sistemarsi in fretta...tutto si registra, si condivide, si ascolta e si valuta. E' quello che stiamo facendo ora.. ma non voglio anticipare nulla.


Nel blog scrivete che suonate un brano da tre anni ma che nessuno se n’è accorto. Qual'è? 
E: Si tratta di Ahab, nata da una improvvisazione nel giugno 2008. Ha appena compiuto tre anni ! Non ha subito molti rimaneggiamenti dalla sua comparsa: un'improvvisazione alle prove fatta di riff ossessivi, urla, distorsioni.
A: Il primo brano non si scorda mai, è così è stato Ahab, che ha aperto la nuova "strada" che abbiamo poi intrapreso con tutti gli altri.


Quali sono, secondo voi, i pregi ed i difetti della diffusione musicale al giorno d’oggi? Pensate che sia giusto creare dei canali o dei mezzi in cui il pubblico può scaricare i brani anche gratuitamente? 
 E: Il rischio più grosso è quello di disperdersi nell'immenso oceano del download. Con tutte le possibilità legali - e non - di avere musica gratuitamente, è facile scaricare interi album senza ascoltarli mai: è anche una delle mie colpe, lo ammetto. Centinaia di pezzi dimenticati in un hard disk, e nella migliore delle ipotesi saltano fuori dopo mesi nella riproduzione random. Il supporto fisico ha questo pregio: lo devi cercare, ricevere o acquistare, passa meno inosservato. In ogni caso voto sempre a favore del free download.
C: Sì. Anche se sarei più felice se si scaricasse un po' meno e si ascoltasse di più magari comprando il cd per scoprire meglio l'immaginario dell'artista attraverso i suoi testi, l'artwork, etc.... può sembrare un discorso datato ma io lo faccio spesso, magari dopo aver fatto un preascolto e letto qualche recensione incoraggiante, nel caso non conosca per nulla la band.
F: Pregi e difetti…Oggi con la rete, qualunque sia l'argomento che ti interessa, è molto facile trovare materiale se hai bene in mente che cosa cerchi. Mentre è molto più complicato orientarti quando stai ancora cercando di farti un'opinione. Questo naturalmente vale anche, e forse soprattutto, per la musica. Riguardo alla possibilità di scarica gratuitamente i brani, non mi trovo molto d'accordo. Sono totalmente a favore della condivisione incondizionata in altri campi, primo fra tutti quello medico. Ma noi siamo fantascienza, mica scienza. E lo studio di registrazione un po' costa.


Diteci un vostro sogno nel cassetto  
E: se lo dico poi non si avvera ? Il bassista desidera da sempre aprire per Frusciante: scaramanzia a parte, non credo sia possibile per troppi motivi, ecco perchè lo posso dire.
A: Frusciante non più così impegnato, magari ce la facciamo...in alternativa abbiamo: una cena con Kim Gordon, una sceneggiatura pronta per Tarantino e gli stivali di Ligabue.
F: Anche Bugo va bene!


Quali sono i vostri progetti futuri?

E: Ho il difetto di rovinare sempre le sorprese. L'unica anticipazione che potrei dare è la preparazione di un live set acustico: non so ancora come chiameremo questa nuova impresa, una versione più educata e tranquilla dei mauve nata per suonare anche in locali che non possono tollerare volumi alti e distorsioni. Non ci dispiacerebbe anche essere noleggiati per feste private: mauve on demand, da mettere in salotto per una festa con gli amici, in giardino, in cantina...Ho detto feste, non festini.
F: Anche festini! anche festini!
A: Un tour acustico, uno elettrico ed è già in cantiere buona parte del materiale per il nuovo disco: sarà un 2012 impegnativo!

Lost Higways - intervista malva

Nuove scelte: intervista ai Mauve

 
I Mauve nascono nel 2005 da un’idea di Carlo Tosi (voce e chitarra) e Elda Belfanti (batteria e samples) a cui si uniranno la chitarra di Alberto Corsi e il basso di Matteo Frova. Podo dopo  registreranno il loro primo ep Sweet Noise on the sofà che nel 2007 viene pubblicato dalla milanese Canebagnato Records. Il primo album, Kitchen love, esce nel 2008 riconfermando lo stile evocativo e un po’ sognante della band di Verbania. Dopo oltre due anni arriva il loro nuovo disco The night all crickets died che segna l’esordio della band con l’etichetta verbanese Facelikefrog. Di questo e di altro abbiamo parlato con i quattro musicisti. Buona lettura!
The night all crickets died appare fin dall’inizio diverso dai vostri precedenti lavori, più cupo e tempestoso, con lo sguardo rivolto a generi musicali nuovi per voi. Penso al punk di Ahab, ad esempio. Cosa vi ha portato verso queste nuove direzioni musicali?
Carlo: mi fa piacere che tu colga questa differenza con il nostro passato perché sicuramente c’era la voglia di essere meno sognanti, suonando più ruvidi e diretti.
Alberto: Abbiamo passato tutto il 2010 – e parte del 2009 – praticamente rinchiusi in sala prove ad ascoltare, tagliare, suonare tutte le improvvisazioni e le idee che avevamo buttato giù subito dopo Kitchen Love. Il risultato ha stupito anche noi, ma la direzione che hanno preso i pezzi non è stata cercata di proposito; rispecchia piuttosto il nostro stato d’animo dell’ultimo anno, un po’ scuro e aggressivo, proprio come Ahab.
A proposito di cambiamenti, cosa vi ha portato a cambiare casa discografica?
Alberto: Il cambio di “rotta” ci ha portato ad intraprendere nuove scelte “discografiche”, anche per quanto riguarda grafica e artwork. Abbiamo così scelto di pubblicare il disco con Facelikeafrog Records, tra l’altro verbanese come noi. Rimane comunque un grande rapporto di stima reciproca e di amicizia con i ragazzi della Canebagnato, che ci hanno accompagnato in questi anni, contribuendo molto alla nostra crescita.
Qual è, secondo i Mauve, il brano migliore dell’ultimo disco?
Elda: Quello a cui sono più sentimentalmente legata è il brano di apertura, The Solitude of the Ship, anche se tutti in qualche modo mi rispecchiano e li sento mie “creature”. C’è Grasshopper in your hands al secondo posto, lo dice il contatore del mio ipod che la mette tra i brani più gettonati. In questo album la collaborazione tra noi è stata molto più stretta, è stato naturale scrivere un testo per Carlo (Grasshopper) oppure assemblarlo insieme (Summer Shade), ed è stato bello ricevere da Matteo il testo di Decay, azzeccato in pieno.
Alberto: Credo non si possa fare una classifica, o dire quale sia il migliore, perché siamo legati a tutti i brani del disco. Posso dirti però che dal vivo Grasshopper in your hands e Black dogs non smetteremmo mai di suonarli.
Matteo: Io dico Summer Shade. Secondo me è il pezzo più complesso del disco: le dinamiche, i cambi di atmosfera… mi piace. Mi piace anche il fatto che ci abbiamo messo le mani cento volte, modificandolo e rimodificandolo, riuscendo a migliorarlo di volta in volta. Summer Shade non è certo un pezzo nato di getto!
Posso dirvi che io ho particolarmente amato Ahab. Trovo che abbia una carica e un’energia incredibile. Ho letto un po’ sul vostro sito come è venuta fuori, si parla anche della suoneria di un cellulare. Ce la raccontate questa storia?
Alberto: È stato un lungo lavoro corale, perché risale appunto a tre anni fa; era comunque già nata “grezza”, in studio abbiamo aggiunto cori e sovrainciso chitarre, ma era uno dei brani che già funzionava di più.
Elda: Vedo che hai letto il nostro blog… è stata la prima novità dopo l’uscita di Kitchen Love, ricordo anche la data, la circostanza. Non avevo mai urlato nel microfono, e nelle primissime versioni erano parolacce! L’energia di cui parli nasce anche da questo “aspetto” grezzo (solo in apparenza): in studio ho cercato di non abbellire o complicare troppo quanto era nato spontaneamente. Il “motivetto” di chitarra può diventare ossessivo, messo in loop è da film horror: è diventato la mia suoneria del cellulare, l’unico modo per riconoscerlo! Magari ci lanceremo in questo settore, le suonerie… è un settore che funziona ancora?!
Che progetti hanno i Mauve per il futuro? Tour, nuove canzoni? Avete anche progetti paralleli a quello dei Mauve?
Alberto: Non faremo passare ancora altri tre anni per pubblicare un nuovo disco, quindi siamo già al lavoro su nuovi brani, nel frattempo prepariamo il tour estivo e per la prossima stagione. Intanto tra di noi c’è chi collabora con altri gruppi di Verbania, chi lavora nel cinema hard e chi pensa a moltiplicare la specie. Insomma, cerchiamo sempre di tenerci occupati.
Elda: Uno dei progetti su cui stiamo lavorando ora, oltre ai nuovi pezzi, è l’idea di una versione più tranquilla dei nostri live set. L’abbiamo pensata per contesti dove volume, urla e distorsioni non sono tollerati. Questa versione acustica si presta bene anche in ambiente “privato”: per alcuni musicisti non sono una novità i concerti privati in ambienti casalinghi… così anche noi offriamo una “Home Edition”, un set da salotto (o da giardino, cantina, garage, qualsiasi posto. Ci adattiamo e veniamo via con poco!
A proposito di progetti futuri, c’è qualche artista con il quale vi piacerebbe collaborare?
Alberto: Forse Kim Gordon. Proveremo a invitarla a cena!
Carlo: Magari insieme a Kazu Makino!
Tornando un attimo indietro invece, come è nato il vostro gruppo? Quali sono state le difficoltà che avete incontrato all’inizio o che incontrate ancora adesso nell’ambiente discografico
Alberto: È nato circa sei anni fa con Elda e Carlo, che già si conoscevano e hanno provato a suonare in due; poi mi sono aggiunto io e abbiamo iniziato insieme a fare le prime uscite live e a dare forma al primo EP, Sweet noise on the sofa. Da lì poi abbiamo iniziato un lungo percorso, e le difficoltà le abbiamo sempre incontrate, sia all’inizio (senza un’etichetta discografica), sia tre anni fa (senza distribuzione), sia in questo momento (in continua trattativa con le agenzie di booking). Credo comunque che gli ostacoli vadano superati, e fortunatamente siamo sempre riusciti ad andare avanti per la nostra strada.
E per finire, una domanda di attualità. In occasione delle recenti elezioni amministrative c’è stata una grande partecipazione da parte di musicisti, cantanti che si sono esposti molto più del solito. Cosa ne pensate?
Alberto: Nonostante il nostro cantante sia il sosia di un noto politico verbanese, non ci siamo mai esposti più di tanto, nè abbiamo mai partecipato attivamente alla vita politica. Abbiamo le nostre idee, certamente, e la musica può diventare anche un mezzo efficace per esprimerle. Personalmente, però, ho sempre pensato di separare la musica dalla politica, e Maometto da Babbo Natale. Che poi fondamentalmente, è uguale.

Facciamo Rumore in Memoria di Giò 2011

Domenica 10 luglio, dalle 16.00 alle 24.00, si alterneranno sul palco del parco giochi di Ornavasso:

UNITA’ MASSA ATOMICA (punk) 
-         V.C.O.I.! (oi punk)
-         BUIO (sperimental rock)
-         BARRIKATA (mountain metal)
-         ELF OF GOA (psychedelich stoner)
-         MAUVE (indie rock)
-         TOXIC POISON (heavy rock - VC)
-         GROUNDFLOOR (post rock)
-         EVA’S MILK (stoner - NO)
-         IL VILE (stoner rock)
-         GREY CUBE (post hard core)

    Area concerti coperta / Bar, griglia e cucina attivi per tutta la durata della manifestazione / Ingresso gratuito