TUTTO & DOVE... TUTTO VERO !


























Mettete assieme due giovani laureati in storia, un gurrese nato in Somalia dai tratti somatici e dall'abbigliamento incontestabilmente "britannico" (conoscete l'origine scozzese di Gurro?) e una ragazza che ha avviato la propria formazione strumentale sul palco di un ex cinema porno a Pallanza. Un accostamento tanto improbabile non poteva dar certo origine ad una band scontata, banale o prevedibile...



il parere di un 'collega', Massimiliano Cremona (Il Vile & Los Borrachos)

Album su Itunes

Il nostro nuovo disco "The night all crickets died" è scaricabile da ITUNES 

Enjoy! :-)

collezione mauve primavera estate
















La prima novità della collezione: una pratica shopper di tela rossa, stampa serigrafata.

















I nuovi modelli di tshirt mauve: The Solitude of the Ship. Colore giallo nella versione da uomo - azzurro nella versione da donna. Stampa serigrafata.

T-Shirt e shopper sono state realizzate dalla cooperativa Exraliberi: un progetto solidale che offre crescita professionale all’interno della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino.

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Sono ancora disponibili le t-shirt modello Kitchen Love. Da uomo color cioccolato, da donna in tinta blu scuro.

Alcune indicazioni per trovare la taglia giusta

"The night all crickets died" streaming integrale

A 4 giorni dall'uscita del disco, ve lo proponiamo tutto in pre-ascolto! :)


... e qui di seguito la tracklist dell’album con qualche nostro breve commento ai brani.
Buona lettura/ascolto!

THE SOLITUDE OF THE SHIP (PART I)
Alberto: Il titolo è uscito così, ci piaceva l’idea della solitudine delle navi. Il brano in origine era un tutt’uno con la seconda parte, ad un certo punto, grazie all’intuizione del nostro bassista, abbiamo deciso di dividerlo in due momenti. Ci sembrava una buona apertura e un’ottima chiusura per il disco. Tra l’altro le prime parole cantate da Elda sono “All crickets died”: si ha subito l’idea della natura e del mood dell’album, e della rottura con il passato soprattutto con la prima fase in cui, appunto, c’erano i grilli.
Frova: Sì, rottura con il passato circa lo stile del pezzo e rottura con il proprio passato del protagonista di Ahab, brano in qualche modo annunciato dal titolo di questa prima traccia. Anche la canzone è rotta in due. Poppa e prua.

AHAB
Elda: Per me il cambio nasce il 16 giugno 2008 con l'improvvisazione che è diventata Ahab, che si chiamava Hell nella sua versione precaria della durata di una mezz’oretta. Accordavo il rullante alle prove, colpi in flanger ripetuti: e Carlo ci mette due note, Alberto ci mette quel giretto che nessuno lo sa ma è la suoneria del mio cellulare. E poi urlavo perchè ero incazzata nera. Un pezzo nato ignorante, suonato come lo farebbe un 15enne che ha in mano le bacchette da tre mesi, ma così vivo. Ci siamo guardati meravigliati appena smesso di suonare. Ahab è terribilmente difficile da suonare bene adesso, di ignorante non ha più nulla.

LUDOVICO (NOT AN ANTHEM)
E: Alberto alle prove si cimenta con questo riff tutto sghembo. Come valorizzarlo? Mi incollo a lui: se lui ha sei corde e tanti giochini nella pedaliera, io ho 4 tamburi e farò lo stesso a mio modo. Fuori dal solito giro di batteria colpo di cassa + colpo di rullante. Devo dire la verità, una cosa su cui abbiamo discusso alla nausea è il ritornello: non convinceva molto, è sempre rimasto orecchiabile, ma sul finale è migliorato, ha qualcosa di epico.

SUMMER SHADE
Carlo: Canzone che parte sommessa per poi sfociare nel finale in crescendo. Molto romantica, nel senso più nero del termine. Non c’è speranza di fare innamorare questa ragazza! Infatti ha avuto una gestazione di un paio d’anni (il brano), e la settimana prima di chiuderci in studio avevamo ancora dei dubbi. Il risultato finale però ci è piaciuto molto, la parte di violoncello è da brividi.

DECAY
A: Probabilmente è stato il brano più veloce da registrare. E anche da comporre. La melodia era stata fatta al piano, in origine, mentre cercavo gli accordi di non so quale canzone. Quindi ne è uscito un brano acustico, con un lungo arpeggio e un tappeto con una chitarra elettrica alla My bloody Valentine. In aggiunta, la voce di Elda con una tonnellata di riverbero e un loop in coda. Strabella.
F: Brano centrale, idea dell'idea del loop logico su cui una bussola si incardina, impazzisce e gira all'infinito, rotta come un disco rotto.

GRASSHOPPER IN YOUR HANDS
C: Ha una grande forza trascinante e sexy. All’inizio era nato quasi come pezzo da dancefloor. Poi è diventato più rock, con le chitarre ruvide e galoppanti. Il testo parla di un tema durissimo: la violenza su una donna. Anche se lo ha scritto Elda, quando lo canto sento molto le sue parole… deve essere una sensazione terribile sentirsi in trappola, desiderata in modo malato: proprio come una cavalletta nelle mani di un gigante bavoso…fucking men!

HANG/OVER
E: L’ho sempre intesa come l’atto finale, l’atto definitivo, il punto della situazione che porta a mettere il punto alla propria esistenza. L’ho farcita di citazioni e nessuno se ne accorge. Allegorie e metafore. Small furry creatures: several species of small furry animals, i miei adorati Pink Floyd. In a cosy and warm hotel room, sleeping slipping away: il suicidio di Pavese. Snowflake with no place to fall, tratto da un detto zen, forse il mio prossimo tatuaggio.

BLACK DOGS
A: È il primo brano che canto, all’inizio non volevo nemmeno, ma siamo andati avanti a provarlo così. Il ritornello a due voci e i cori sono arrivati in un secondo momento, ma sono usciti molto bene, ci siamo anche divertiti a registrarli. Il testo contiene una frase che può essere un filo rosso del disco: “To be fair we must be wrong”. Dannazione e catarsi? Forse. Il finale resta comunque molto “sabba(th)”!!!

THE SOLITUDE OF THE SHIP (PART II)
C: Si chiude il cerchio… solitudine come certezza? La nave ha retto alla tempesta o si è schiantata sugli scogli? Basso e batteria contengono nella loro geometria chitarre deliranti che strillano come sirene impazzite. Vieni, solitudine.
F: Il disco gira ancora, la nave è ormai prossima alla dura terra ferma del silenzio. E poi tutto tace. Ma il disco gira ancora, ve lo giuro.








intervista in diretta

In occasione dell'uscita dell'album, venerdì 18 marzo, dalle 21.30, festeggeremo on line con l' Alligatore!
Un'intervista in diretta sul blog del critico rock del web, collaboratore di Smemoranda e della rivista Frigidaire.

Domande e rispose avverranno attraverso i commenti del post che Alligatore ci dedicherà quel giorno. Quale migliore occasione per chiedere ciò che non avete osato mai ?












http://alligatore.blogspot.com/

Rock tv

Da lunedì 14 marzo il video di "Ludovico (not an anthem)" sarà in rotazione anche su Rock tv (canale 718 Sky) all'interno della trasmissione Discovery.

Deejay tv

Da oggi, 11 marzo, il video di "Ludovico (not an anthem)" sarà in rotazione nel programma Rock Dj di Deejay Tv, in onda dal lunedì al venerdì dalle 17.00 alle 18.00 e dalle 2.00 alle 3.00.

Perchè no?

Venerdì 11 marzo suoneremo al Perchè no? presso il Meltin'pop di Arona, via Roma 78/80. Apriremo il concerto per i mitici Lucertulas (www.myspace.com/lucertulas) con i brani del nuovo album "The night all circkets died", dalle 21.45!!!
Info: www.percheno.org / www.meltinpop.it
See u!

Rock it says....

di Gioele Valenti

Torna il duo composto da Carlo Tosi ed Elda Belfanti, con alle spalle un buon numero di produzioni ed altrettanto discreto carnet di recensioni spesso discordi nell'evidenziare luci ed ombre di un combo (impossibile non riconoscerlo) dall'indiscutibile sapore underground - ma si sa, a polarizzare la critica sono sempre le proposte più interessanti.

Appare un lavoro disossato, questo, molto più diretto ed essenziale nelle sue strutture sghembe e diafane. Ad aprire è la dark-wave di "The Solitude Of The Ship", ideale connubio tra le sospensioni diacroniche di Windsor For The Derby e le desertiche suggestioni dei primi Low. "Ahab" è veemente saggio delle capacità indie noise dei Mauve, a ricalcare le orme dei Blonde Redhead, nonchè di certi altri pionieri della grande riscossa newyorchese a nome Oneida - stesso piglio acid-beat che tracima nella quarta "Ludovico", virando stavolta all'energico fugaziano.

Taglio shoegaze a mostrare qualche muscolo nella segaligna "Grasshopper", genuinamente ispirata e tra i migliori episodi del disco - una specie di rendez-vous lunare tra Black Rebel Motorcycle Club e una versione addolcita del post-grunge di tali God Machine. "Hang Over" è una ballad agrodolce con declinazioni alla Kazu Makino, delicato arpeggio su contrappunto di violoncello, sano equilibrio tra scrittura lineare e metatesto.

Questo ennesimo manifesto dei Mauve appare convincente nell'aver svilito alcune derive post rock e nell'aver invece potenziato il lato viscerale della band, sempre tenuto a freno, ma sempre rinvenibile, ad attenzione desta, in ogni lavoro della band. E anche un'ottima rifunzionalizzazione di un pezzo di storia musicale dei tardi novanta, come a voler edificare un sacrario per quel tipo di suono.

http://www.rockit.it/album/14855/mauve-the-night-all-crickets-died

indie d'essai...

RUMORE di "the night all crickets died" dice:

"Sperimentatori postrock convertiti alla forma canzone, non disdegnano la ricerca melodica applicata ad una rigida base noise con forti tinte psichedeliche. Vengono da Verbania e questo giustifica ampiamente la preponderanza di spleen nel songwriting e nell'alternarsi equilibrato fra voce maschile e femminile, che conferisce un retrogusto malinconico nell'insieme. Ricalcano i percorsi già intrapresi da Blond Redhead (che ricordano molto proprio per la doppia vocalità di genere), Low e ovviamente i Sonic Youth meno sperimentali e più pop. Solitudine e surrealismo intercedono alle liriche che disegnano scenari apparentemente allegorici. Un ibrido di debordanti cavalcate postnoise/core che implode in delicate cesellature che ne delineano le coordinate soniche. Un ottimo esordio lungo per una band che a diritto può inserirsi nella bacheca indie rock italiana d'essai".

(Domenico Mungo). Voto: 8

FUORI DAL MUCCHIO di Luca Minutolo

Giunti al secondo parto discografico, i verbanesi Mauve si lasciano accompagnare per mano da Andrea Rovacchi, produttore e manipolatore dei viaggi lisergici dei Julie’s Haircut. Strisciando nelle lande devastate dai feedback lancinanti di casa Sonic Youth,  il quartetto viene intaccato dal germe di un senso melodico dal tatto trascinante, dove accordi prettamente punk pop sfociano in cavalcate noise dissonanti e fragorose, ammaestrate dalla rigidità new wave inglese. Colpiscono nervi scoperti la spavalderia e la capacità di saper dare adito con la giusta dovizia a queste due (o più?) anime tormentate che convivono nei Mauve, accartocciandosi l’una sull’altra generando una sfera di suoni senza grinze.  Fanno da contrappunto “Ahab” (che sembra fuoriuscire direttamente da “Dry”) col suo finale in preda agli spasmi, “Ludovico” morsa dalla ritmicità marziale della new wave che sfocia in ritornelli pop punk appiccicosi, o nell’angst-noise di “Grasshopper In Your Hands”. Anche dove la tensione scende momentaneamente, la band dimostra personalità e sentimenti a cuore aperto, infilandosi nelle fitte trame shoegaze di “Decay” e nelle sinistre atmosfere spectoriane di “Hang Over”. Territori e suoni a loro modo affini, che in “The Night All Crickets Died” trovano la giusta amalgama ed il collante adatto a tenere in piedi un disco privo d’incertezze. Caratteristiche che delineano una band sì derivativa, ma che riesce a brillare di luce propria e di una personalità che esce fuori senza troppa timidezza. Un disco italiano che non ha – fortunatamente, visto il contesto – nulla di italiano.

http://www.ilmucchio.it/fdm_content.php?sez=scelte&id_riv=85&id=1726

Vitamine...

Alex Grotto, su Vitaminic, dice di noi :

The more you know: al liceo avevo la passione per gli insetti e tenevo in camera un terrario con della torba per allevarci una colonia di grilli e ho scoperto che possono morire per colpa degli acari che depositano le uova sulle loro teste e sulle ali. Esseri più piccoli fungono da simbionti per quelli più grandi, prosciugandoli lentamente roba che Steve Albini ne farebbe un trattato sul valore dell’indie e dell’underground, io ne faccio volentieri a meno. The Night All Crickets Died introduce il ritorno, dopo un anno e passa trascorso in studio a scrivere e reinventarsi, dei Mauve e suona (il titolo dell’album, non il disco in sè) un po’ come un presagio divino che marca la fine di qualcosa: nel caso specifico oserei dire l’abbandono della compostezza e dei limiti della classica forma-canzone wave, per come siamo stati (ben) abituati a digerire, per virare su un’esperienza incentrata sui riverberi noise da salotto. Tutto è perfettamente pensato per oltrepassare le sensazioni dei dischi precedenti ed adattarsi alla nuova realtà senza disturbare o straniarci rovinosamente, una cura al limite del maniacale per amalgamare al meglio questa transizione si nota in un pugno di pezzi splendidi che compongono a mio avviso l’ossatura di un disco più che buono: la combo a sfondo storico e letterario Ahab-Ludovico regge tutto quanto e fa stare benissimo con un tiro pazzesco, la parentesi rude di Grasshopper ne aumenta lo spessore mentre le due parti di The Solitude Of The Ship aprono e chiudono la tracklist in un clima di deriva assoluta. L’evoluzione subìta dalla band sembra portare sulla strada giusta, non c’è tempo e spazio per la pacchianità e questo è sinonimo di eleganza sempre gradita. Dobbiamo rimanere aggrappati a dischi come questo senza lasciare che l’ultimo grillo sia costretto a morire per forza: il silenzio che ne conseguirebbe sarebbe danno assai grave.


http://www.vitaminic.it/2011/03/mauve-the-night-all-crickets-died-face-like-a-frog-records/

LUDOVICO in free download !

Compilation in free download realizzata in collaborazione con LUNATIK

Da lunedì 28 febbraio in homepage sul sito http://www.sound-check.it/

SOUND CHECK é un nuovo quotidiano musicale online presentato settimanalmente sull'edizione cartacea di METRO,  pubblicata in diverse edizioni locali.

Dodici brani selezionati tra le promesse della musica indipendente e emergente: è la compilation pensata da Lunatik solo per i lettori di sound-check.it e ascoltabile o scaricabile gratuitamente.
Ce n’è per tutti i gusti: dal rock intimista dei Dorian Gray a quello irriverente degli Yut, un brano tra il popolare e il raggae dei Carneigra e l’indie noise riflessivo dei Mauve. E poi la psichedelia dei Glitterball e l’ugly-pop dei Gr3ta, gli Animation, il neo-folk d’autore degli Owls, il fat-rock dei The Last Fight, lo psiconoise de Le scimmie, i DeadPeach e il grunge-rock dei Rhyme.
Questa la tracklist:
1. Come Back, Owls
2. Bitches Brew, Animation Asiento
3. Auto da fe', Dorian gray
4. Noise Into My Head, Glitterball
5. Ludovico, Mauve
6. Tom's Dealer, The Last Fight
7. Dromomania, Le Scimmie
8.Cameriere, Deadpeach
9. Step Aside, Rhyme
10. All Hero3s (are Dead), Gr3ta
11. L'incredibile, Yut
12. Vattene, Carneigra