Vitamine...

Alex Grotto, su Vitaminic, dice di noi :

The more you know: al liceo avevo la passione per gli insetti e tenevo in camera un terrario con della torba per allevarci una colonia di grilli e ho scoperto che possono morire per colpa degli acari che depositano le uova sulle loro teste e sulle ali. Esseri più piccoli fungono da simbionti per quelli più grandi, prosciugandoli lentamente roba che Steve Albini ne farebbe un trattato sul valore dell’indie e dell’underground, io ne faccio volentieri a meno. The Night All Crickets Died introduce il ritorno, dopo un anno e passa trascorso in studio a scrivere e reinventarsi, dei Mauve e suona (il titolo dell’album, non il disco in sè) un po’ come un presagio divino che marca la fine di qualcosa: nel caso specifico oserei dire l’abbandono della compostezza e dei limiti della classica forma-canzone wave, per come siamo stati (ben) abituati a digerire, per virare su un’esperienza incentrata sui riverberi noise da salotto. Tutto è perfettamente pensato per oltrepassare le sensazioni dei dischi precedenti ed adattarsi alla nuova realtà senza disturbare o straniarci rovinosamente, una cura al limite del maniacale per amalgamare al meglio questa transizione si nota in un pugno di pezzi splendidi che compongono a mio avviso l’ossatura di un disco più che buono: la combo a sfondo storico e letterario Ahab-Ludovico regge tutto quanto e fa stare benissimo con un tiro pazzesco, la parentesi rude di Grasshopper ne aumenta lo spessore mentre le due parti di The Solitude Of The Ship aprono e chiudono la tracklist in un clima di deriva assoluta. L’evoluzione subìta dalla band sembra portare sulla strada giusta, non c’è tempo e spazio per la pacchianità e questo è sinonimo di eleganza sempre gradita. Dobbiamo rimanere aggrappati a dischi come questo senza lasciare che l’ultimo grillo sia costretto a morire per forza: il silenzio che ne conseguirebbe sarebbe danno assai grave.


http://www.vitaminic.it/2011/03/mauve-the-night-all-crickets-died-face-like-a-frog-records/

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